Canali, caselli idraulici, idrovore, dighe per le acque fluviali, strade e ponti, insediamenti. Con il progetto ArchiMaremma la plurisecolare bonifica idraulica della pianura dell’Ombrone prende forma e sostanza, anche multimediale. Così la ricca, ma a molti ancora sconosciuta, documentazione storica del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud e dell’Archivio di Stato di Grosseto, permetterà di scoprire il paesaggio fra Roselle e la costa di Castiglione e Alberese, plasmato nel corso dei decenni dalla bonifica idraulica, che ha permesso alla Maremma di trasformarsi da territorio inospitale a terra amata e ricercata da tutto il mondo.

Ad ArchiMaremma sta lavorando la dottoressa Mara Visonà, assegnista di ricerca dell’Università di Siena, nell’ambito di un progetto della stessa Università, che ha partecipato al bando regionale con il dipartimento di scienze storiche e dei beni culturali, responsabile scientifico la professoressa Anna Guarducci. Il progetto è cofinanziato dalla Regione Toscana (con le risorse del Por Fse Toscana 2014-2020, nell’ambito del progetto GiovaniSì) e dal Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud (che ha destinato una parte delle risorse previste per la realizzazione dell’archivio storico del consorzio). Il partenariato è ampio: sono coinvolti anche l’Archivio di Stato di Grosseto, la Provincia, il Comune di Castiglione della Pescaia, il Parco regionale della Maremma e l’associazione ArchiMediaTrust onlus.

“Il primo passo – spiega Mara Visonà – è rappresentato dal riordino e dalla schedatura della documentazione prodotta dall’ex Consorzio della Bonifica Grossetana fra il 1927 e il 1989. Per questo, da fine luglio, a un rilievo preliminare del materiale è seguita una serie di sopralluoghi nelle sedi di via Ximenes, via Tintoretto e San Martino. Poi una prima schedatura, sulla base delle informazioni riportate nei documenti: parliamo di almeno 650 faldoni”. In questa fase si sta provvedendo alla verifica fra le informazioni riportate sulle costole dei faldoni e il loro contenuto: solo così sarà possibile riordinare l’archivio. “A quel punto – prosegue la ricercatrice – verranno selezionati e digitalizzati i documenti utili per lo studio delle operazioni di bonifica del Consorzio a partire dagli anni Trenta del secolo scorso. I risultati dell’analisi del materiale verranno poi integrati con quelli dello studio della documentazione prodotta dal Genio Civile, conservata nell’Archivio di Stato di Grosseto, e confluiranno in una rilettura storica dell’evoluzione dei paesaggi di bonifica nella Maremma grossetana”.

Il tutto verrà organizzato in un database al quale si potrà accedere con un semplice motore di ricerca: un’applicazione web sui portali del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud e dell’Archivio di Stato renderà ancora più immediato l’utilizzo. Le cartografie storiche disponibili fin dal 16° secolo, scritture, fotografie e foto aeree, materiali audio e video saranno resi disponibili anche attraverso strumenti innovativi come le storytelling. I contenuti potranno essere “navigati” attraverso Google Maps e Google Earth, facilmente accessibili anche attraverso smartphone e tablet.

ArchiMaremma si inserisce nell’ambito del progetto più ampio di candidatura Unesco del “Paesaggio delle Bonifiche di Maremma” a sito patrimonio dell’umanità, che ha come capofila la Provincia di Grosseto e che nasce da un’idea del gruppo di lavoro di ArchiMediaTrust onlus.

“Dal 2017, come Consorzio, abbiamo aderito a questo progetto tanto ambizioso – afferma Valentina Chiarello, referente di Cb6 per ArchiMaremma – Entrare nella lista del Ministero per i beni e le attività culturali non è facile ed è solo il primo passo. Sappiamo di avere di fronte un percorso lungo, ma al tempo stesso molto stimolante e che intanto ci può permettere di costruire un quadro esauriente del fenomeno della bonifica, che è parte integrante di questa terra”. “Da qui la decisione – aggiunge Chiarello – di cofinanziare l’assegno di ricerca. E’ la base per ampliare lo studio archeologico, storico e paesaggistico sulle bonifiche della pianura del fiume Ombrone: un archivio digitale facilmente accessibile e utilizzabile, che sarà comunque un patrimonio della collettività”.

Chi al progetto dell’archivio ha sempre creduto molto è Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud. “Da tempo ho in mente l’idea di dare ordine alla grande quantità di documenti presenti nei nostri archivi – ricorda Bellacchi – dare ordine al materiale e riunirlo è sicuramente importante. Consegniamo al territorio un archivio prezioso, che permetterà una riscoperta del nostro bellissimo ambiente. Se penso alle scuole, invece, ArchiMaremma rappresenta uno strumento utile per favorire la partecipazione dei giovani al patrimonio naturale e storico”. “Non dimentichiamo – conclude il presidente di Cb6 – che in un terra così vocata al turismo come la Maremma ogni risorsa in più permette di farci conoscere in Italia e anche fuori dai confini nazionali. La pandemia ci sta rallentando, in una situazione di emergenza abbiamo dovuto alternare l’attività in presenza allo smart working, ma portare a termine questo progetto è una nostra priorità”.