Riuscire a distinguere le essenze arboree presenti in un’area e addirittura a contarle attraverso fotografie aeree: in un recente studio, condotto dall’Università di Pisa e dal Cnr-Consiglio nazionale delle ricerche in collaborazione con il Consorzio di bonifica Toscana Nord, è stata sviluppata una metodologia operativa per identificare e mappare la vegetazione lungo i corsi d’acqua, utilizzando “DeepForest”, un algoritmo di intelligenza artificiale.
La vegetazione ripariale svolge un ruolo cruciale per il buon funzionamento degli ecosistemi lungo i corsi d’acqua: identificazione e mappatura sono quindi attività di fondamentale importanza per i consorzi di bonifica, perché permettono di perseguire un’efficace manutenzione idraulica, prevenendo potenziali rischi idrogeologici. Il rilievo manuale della vegetazione ripariale attraverso sopralluoghi “in situ” si rivela, però, dispendiosa in termini di tempo e denaro soprattutto lungo alvei estesi e poco accessibili.
Le potenzialità dell’innovativo sistema sono state così quantificate per mezzo di un’analisi costi-benefici, confrontando costi, tempi, attrezzature necessarie, personale, software e hardware richiesti: sfruttando le potenzialità di “DeepForest”, si è ottenuto un risparmio dell’83% nei costi e del’84% nei tempi; i risultati dimostrano che le potenzialità del modello proposto sono paragonabili a quelle di operatori e professionisti esperti, che conducano la mappatura manuale della vegetazione ripariale.
“Grazie al nuovo modello di analisi messo a punto, i Consorzi di bonifica potranno acquisire migliori conoscenze sull’evoluzione della vegetazione arborea nelle fasce ripariali, indispensabili per la redazione dei piani annuali di manutenzione del reticolo idrografico” rende noto Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi).
“Conoscere la vegetazione ripariale è fondamentale per ridurre il rischio idraulico e salvaguardare la biodiversità dei corsi d’acqua, dove stiamo ampliando sempre più quella, che viene definita la manutenzione gentile” aggiunge Ismaele Ridolfi, presidente del Consorzio di bonifica Toscana Nord.
Per la calibrazione e validazione dell’algoritmo, la ricerca ha utilizzato le più recenti orto-immagini aeree ad alta risoluzione della Regione Toscana su un’area di circa 30 chilometri quadrati a Nord della città di Lucca ed attraversata dal fiume Serchio, ricompreso nel comprensorio del Consorzio di bonifica Toscana Nord, che gestisce oltre 8.000 chilometri di corsi d’acqua in diverse aree urbane, suburbane e montane della zona settentrionale della regione.
“E’ questa un’ulteriore testimonianza della costante ricerca d’innovazione presente nei Consorzi di bonifica ed irrigazione – conclude Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – In un’Italia, dove l’investimento pubblico in ricerca è tra i più bassi fra i Paesi avanzati, l’Università sta scoprendo nei Consorzi di bonifica non solo partner disponibili e ricettivi, ma autentici laboratori in campo”.
FONTE: UFFICIO STAMPA ANBI NAZIONALE