Le criticità presenti nei territori alluvionati di Romagna ed analizzate, grazie ai dati emersi dalla fotogrammetria messa a disposizione dal sistema dei consorzi di bonifica, sono innumerevoli ed alcune richiedono interventi urgenti anche in previsione della prossima stagione autunnale;  per questo è quanto mai importante tenere alta l’attenzione collettiva, affinché le necessità delle aree colpite restino priorità per il Paese e nell’agenda istituzionale.

Si rinsalda così la collaborazione operativa tra Anbi e Regione Emilia Romagna evidenziata nei giorni più drammatici dell’alluvione romagnola dall’istituzione per la prima volta di un presidio stabile Ucc (Unità di coordinamento dei consorzi) all’interno del Cor (centro operativo regionale protezione civile Emilia Romagna);  ciò sta consentendo di individuare cosa  sia  fondamentale per la gestione della risorsa idrica in questa seconda fase indirizzata alla progressiva  normalizzazione e ricostruzione delle comunità locali, travolte dall’inondazione.

Durante i giorni più duri dell’alluvione i consorzi di bonifica, utilizzando la loro fitta rete di canalizzazioni e l’eccezionale manovra idraulica di inversione del corso del canale Cer, hanno fornito un fondamentale contributo, smaltendo l’acqua esondata dai fiumi grazie all’impegno di oltre 600 unità consortili con 210 pompe idrovore, provenienti da tutta Italia ed allontanando h24 , insieme al personale della Protezione Civile, circa 4 miliardi di metri cubi di melma in un areale di 16.000 chilometri quadrati.

Per queste ragioni, la Vicepresidente della Regione, Irene Priolo,  è voluta significativamente  intervenire al primo comitato post alluvione di Anbi Emilia Romagna, tenutosi a Bologna, presente il presidente, Francesco Vincenzi.

FONTE: UFFICIO STAMPA ANBI NAZIONALE