Consapevoli delle attese difficoltà per la prossima stagione irrigua, i Consorzi di bonifica si stanno attrezzando per rispondere al meglio alle esigenze delle campagne. Così, dopo quelle per il Canale Emiliano Romagnolo, sono iniziate, in Veneto, le manovre di invasamento per il Canale Leb (Lessinio Euganeo Berico), fresco di inaugurazione del primo, grande intervento realizzato con fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) di provenienza dal Mit: si tratta dei lavori di rifacimento di un tratto d’alveo “a cielo aperto” (km. 4,6) da Belfiore a Veronella, finanziati con 20 milioni di euro dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e che consentiranno, riducendo le dispersioni, di recuperare  90 milioni di metri cubi di risorsa idrica all’anno. Tali interventi interessano anche un secondo tratto d’alveo, lungo 8 chilometri da Veronella a Cologna Veneta e che sarà completato entro il 2025, grazie ad un ulteriore finanziamento di 33 milioni di euro; la ristrutturazione consentirà un complessivo risparmio annuale pari a 120 milioni di metri cubi d’acqua.

Grazie alle avanzate tecniche utilizzate per rendere impermeabile la struttura ed agli innovativi sistemi di distribuzione idrica, il rifacimento del canale permetterà di veicolare maggiori portate e garantirà al contempo una più efficace tenuta dell’infrastruttura, elevandone gli standard di sicurezza. I lavori terminati nel canale sono stati realizzati in 270 giorni utili, in anticipo sul cronoprogramma; tutto il materiale preesistente delle vecchie lastre, pari a 17.900 metri cubi di inerte, è stato riutilizzato per realizzare lo strato drenante. Sono stati poi impiegati 287.000 metri quadrati (pari a 42 campi da calcio) di geotessuti e geosintetici, nonchè kg. 2.105.000 d’acciaio per la posa delle armature.

Lungo 48 chilometri, in parte a “cielo aperto” (km. 16,25) ed in parte in condotto sotterraneo (km. 27,7), il canale Lessinio Euganeo Berico (Leb) è una delle più importanti infrastrutture irrigue d’Italia, nonchè la principale del Veneto; preleva le acque dal fiume Adige a Belfiore e nel suo percorso si dirama in un fitto sistema idraulico a beneficio di un comprensorio di 350.000 ettari di campagne, di cui 90.000 irrigui, nelle province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia.

“Un’opera d’arte” l’ha definita il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, che ha preannunciato il varo del Decreto Acqua per il 16 marzo prossimo: dovrebbe contenere, fra l’altro, l’indicazione della Cabina di Regia, al cui coordinamento l’esponente di Governo candida il proprio dicastero; il commissariamento di alcune opere in sospeso; lo snellimento degli iter burocratici.

Il presidente di Anbi, Francesco Vincenzi, aggiunge: “Quella inaugurata è un’opera pubblica, che è orgoglio della rete dei Consorzi di bonifica del Paese. È la prima realizzata con le risorse del Pnrr, a certificare l’efficienza del sistema consorziale per l’ambiente, l’agricoltura, l’occupazione”.

“Rappresentiamo quella parte del Paese, che ha un’idea di sviluppo, legata alla valorizzazione del territorio e della distintività della sua economia – conclude Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – Di fronte alla crisi climatica è necessario attivare il Piano Idrico Nazionale ed avviare il Piano Laghetti per aumentare la capacità di trattenere le acque di pioggia; bisogna fare bene ed in fretta come dimostra l’esperienza dei Consorzi di bonifica. Per riuscirci è necessario semplificare le procedure, armonizzando un groviglio di competenze e troppo frastagliate”.

 FONTE: UFFICIO STAMPA ANBI NAZIONALE