“Abbiamo chiesto un intervento urgente alla Regione Campania, al fine di scongiurare un eventuale distacco delle utenze da parte degli enti gestori del servizio elettrico, con pesanti conseguenze per il comparto agricolo a causa dell’interruzione del servizio irriguo, ma anche per tutta la società civile, perché verrebbero a fermarsi le idrovore, che garantiscono sicurezza idrogeologica ai territori”. A segnalare il pericolo è  il presidente di Anbi Campania, Vito Busillo, a fronte di una bolletta energetica a carico dei consorzi di bonifica e irrigazione, lievitata  di 20 milioni di euro, rispetto alle attese.

“Quello campano è un ulteriore, preoccupante segnale della situazione di grave difficoltà, che stanno vivendo i conti dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, schiacciati tra l’obbligo normativo di chiudere i pareggi in bilancio e la volontà di non gravare ulteriormente sui consorziati, cioè agricoltori e cittadini, già alle prese con i problemi della difficile congiuntura economica” commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi).

L’allarme arriva dopo una stagione irrigua estiva, condizionata da siccità e caldo torrido, che hanno comportato un aumento della domanda d’acqua da parte delle utenze in un contesto di scarsità, evidenziato dai livelli idrometrici dei fiumi Volturno, Garigliano e Sele, spesso sotto le medie stagionali, a causa di una sofferenza idrica, iniziata sin dallo scorso gennaio.

“Il sistema irriguo campano ha sostanzialmente tenuto – sottolinea Busillo – nonostante l’eccezionalità delle condizioni ambientali: l’acqua nei campi non è mancata in una regione, dove i 104.570 ettari  bagnati da  impianti consortili superano il 50% della superficie irrigata complessiva”.

“La situazione registrata in Campania testimonia anche un’altra necessità per il Paese di fronte ai cambiamenti climatici: quella di nuove infrastrutture idrauliche a servizio del territorio, perché a favorire la resilienza dell’agricoltura nella regione sono stati, infatti, gli investimenti in moderne tecnologie irrigue:  circa 315 milioni di euro sono stati  spesi negli anni su circa 5.000 chilometri di reti irrigue in pressione – precisa Massimo Gargano, direttore Generale di Anbi – Disporre oggi di vasche di compenso per accumulare acqua di notte e distribuirla di giorno, attraverso efficienti reti, su richiesta dell’agricoltore assistito dal consiglio irriguo satellitare, ha consentito di ottimizzare l’utilizzo della risorsa idrica in un contesto oggettivamente difficile. Sul piano nazionale Anbi ha da tempo individuato e proposto 858 interventi primari di efficientamento della rete idraulica, perlopiù già cantierabili; l’investimento previsto è di circa 4 miliardi e 339 milioni di euro, capaci di garantire oltre 21.000 posti di lavoro”.

FONTE: UFFICIO STAMPA ANBI NAZIONALE