L’acqua è un bene prezioso, unico per la vita. E il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, da sempre impegnato nella cura del reticolo in gestione per la tutela del rischio idraulico, sta concentrando i suoi sforzi anche sull’ottimizzazione di questa fondamentale risorsa.
A fronte di periodi siccitosi sempre più frequenti, spezzati da manifestazioni estreme di maltempo, non c’è alternativa a un’irrigazione collettiva. Perché è più etica, perché costa meno e perché permette di utilizzare al meglio l’acqua, garantendo a tutti i consorziati una risorsa d’acqua superficiale. Partendo da un dato significativo, che fa riflettere e deve imporre una nuova strategia: in Toscana soltanto il 9% dell’acqua è destinata all’irrigazione collettiva. L’altra è unipersonale, senza alcun controllo. Da qui l’esigenza di progetti sul territorio in grado di condurre a un utilizzo più efficiente.
“Anche la Maremma – afferma l’ingegnere Roberto Tasselli, dirigente area progettazione del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud – va verso il rischio di una desertificazione o di perdita di uso di suolo perché nel frattempo si è salinizzata la falda. Per risparmiare acqua, intanto partiamo dal suo utilizzo: deve essere collettivo. Il singolo che usa il suo pozzo o che prende l’acqua da un fosso, per quanto possa essere avveduto, non potrà mai sfruttare gli strumenti di ottimizzazione propri di un sistema collettivo”
“Dobbiamo unirci per risparmiare acqua – aggiunge Tasselli – aumentare i comprensori irrigui è l’unica misura green possibile nell’agricoltura e i nostri progetti vanno proprio in questa direzione, anche i quattro con i quali abbiamo chiesto i finanziamenti del Pnrr”.
“I nostri sforzi negli ultimi anni sono stati importanti – spiega Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud – dedichiamo grande attenzione al mondo irriguo, che ha bisogno di acqua per garantire al territorio occupazione e produzioni di qualità. Al tempo stesso è necessario occuparci dell’ambiente per non stressare le falde”.
“L’intubamento del canale primario del fiume Ombrone a Ponte Tura – prosegue il presidente di Cb6 – è stato un risultato importante per tutto il territorio, grazie al quale ogni goccia d’acqua può essere destinata all’irrigazione. Quel progetto, finanziato con 6,3 milioni di euro dal Ministero delle politiche agricole, rappresenta la strada da seguire anche in altre zone della Maremma”.