Rendere più sicuro il territorio rispettando la natura è possibile. E’ questo il messaggio che hanno lanciato il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud e le Università toscane a Ponti di Badia, sul torrente Ampio. Lo hanno fatto nella Giornata mondiale dell’ambiente, nel corso di un convegno che è servito a fare il punto del progetto di ricerca portato avanti dagli atenei di Siena, Firenze e Pisa lungo i corsi d’acqua delle province di Grosseto e Siena. L’incontro si è aperto con i saluti dell’assessore regionale Leonardo Marras: “La pandemia – ha detto – deve indurci a cambiare profondamente il nostro modo di essere, di vivere e ragionare dal punto di vista dei consumi e delle produzioni. Abbiamo a disposizione una sfida, anche grazie ai fondi del Next Generation Eu, mirati all’innovazione e all’ambiente, al recupero etico e umano delle risorse perché possano esserci sviluppo sostenibile e coesione sociale”. Di ambiente ha parlato anche Elena Nappi, vicesindaco e assessore all’ambiente di Castiglione della Pescaia, intervenuta assieme al sindaco Giancarlo Farnetani. “Per il nostro Comune la collaborazione con il Consorzio è preziosa – ha ricordato – in una battaglia che ci vede uniti contro l’abbandono dei rifiuti lungo i corsi d’acqua. Inoltre i costanti interventi sugli argini rappresentano l’unico modo per difenderci dalle alluvioni”.
Nella sua introduzione Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, ha evidenziato le finalità della convenzione con gli atenei: “In una giornata speciale in cui celebriamo l’ambiente – ha spiegato – è importante parlare di questa collaborazione con gli atenei. Nel rispetto dei ruoli, è fondamentale marciare insieme agli agricoltori e agli ambientalisti, nell’interesse della collettività e della natura. Anche io mi sento ambientalista e per questo ritengo che il progetto permetterà di prenderci cura dei corsi d’acqua in maniera ancora più efficace e rispettosa di animali e piante”. Un messaggio raccolto dalle associazioni ambientaliste che erano presenti all’evento. Luca Maggiolini, consigliere del Wwf di Grosseto ha lanciato l’appello: “L’impegno e lo studio delle tre Università ci danno l’opportunità di proporre al Consorzio di vigilare insieme sul modo in cui vengono effettuati i tagli lungo i corsi d’acqua, da altri soggetti. Poter dialogare è fondamentale, come lo è lavorare in sinergia”. Accogliendo questa proposta, il presidente Bellacchi ha dato appuntamento a un nuovo evento a ottobre per fare il punto sulla ricerca.
“Gli interventi per la sicurezza sono continui – ha aggiunto Massimo Tassi, responsabile area manutenzione di Cb6 – con questo progetto ci siamo aperti a nuovi studi cercando di capire se alcuni aspetti nella gestione dei corsi d’acqua possono essere migliorati. Siamo pronti a recepire le indicazioni che i ricercatori potranno fornirci per manutenzioni sempre più rispettose della natura, ovviamente lavorando per la tutela del rischio idraulico che resta la nostra missione principale”.
La prima fase del progetto ha riguardato il fiume Bruna, in Maremma, e l’Arbia, nel Senese, per poi spostarsi sull’Ampio. L’idea è quella di applicare i risultati degli studi all’intero reticolo delle due province. A illustrare la prima parte della convenzione triennale i docenti universitari che coordinano il team di ricercatori dei rispettivi dipartimenti. “Il nostro contributo alla manutenzione gentile – ha osservato Federico Preti, Università di Firenze – si concentra sui tagli. Capire se e dove tagliare, per farlo in maniera più adeguata e con qualità, salvaguardando l’ambiente e avendo benefici a valle. Pensando a un modello che possa essere esportabile anche fuori dai corsi d’acqua in esame”. “Il dipartimento di scienze della vita – ha illustrato Simona Maccherini, Università di Siena – si occupa della biodiversità vegetale da proteggere e tutelare, ma anche dei tagli. Sull’Ampio studiamo il contenimento della canna comune, Arundo donax”. “Il nostro compito è monitorare e studiare istrice, tasso e volpe – ha aggiunto Antonio Felicioli, Università di Pisa – ovvero i tre mammiferi che rappresentato i maggiori pericoli per gli argini. In particolare la ricerca ha come obiettivo individuare un modo per spingerli a costruire altrove le loro tane”. In tal senso è stato importante il contributo di Gianfranco Censini, geologo e geofisico di Georisorse Italia: “Abbiamo localizzato le tane di questi animali – ha affermato – e presentato i primi dati della nostra ricerca. Analizzandoli potremo capire meglio se questa scelta dei mammiferi avviene anche grazie a un contesto geologico a loro favorevole”.
All’incontro ha partecipato Maurizio Ventavoli, presidente del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, che ha espresso apprezzamento per il progetto ricordando l’impegno a tutela dell’ambiente anche di Cb4. A coordinare la giornata è stata Martina Bencistà, responsabile del progetto per Cb6: “Ogni giorno impariamo qualcosa ed è il bello della multidisciplinarietà– ha concluso – questo appuntamento ci ha permesso di entrare in contatto con realtà diverse e prestigiose, il futuro di questa ricerca è ancora tutto da scrivere”.
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